| Yè (indifferente)
Eravamo in tre sul taxi.
Io e Luke stavamo sui sedili posteriori, io fissavo fuori dal finestrino gli alberi che proiettavano ombre sinistre sulla strada, il cielo era di un bianco mortuario, sembrava di essere in un vecchio film horror in bianco e nero.
Il peso del ragazzo sulla mia spalla mi diceva che si era addormentato da un pezzo, circa mezz'ora, ce ne voleva un'altra per arrivare in quella cittadina dimenticata dal mondo.
L'autista, che sbraitava una vecchia canzone trita e ritrita, guidava abbastanza spedito. Almeno finchè non inchiodò di botto.
Io riuscii a mantenermi incollato al sedile, non so come, ma per un attimo mi venne un tuffo al cuore vedendo Luke volare in avanti verso il parabrezza. Senza pensare, lo afferrai per i capelli e il retro della maglia, tirandolo contro di me.
Il rinculo mi schiacciò contro lo schienale e la sua testa battè contro il mio labbro, tagliandolo. Si svegliò con un urlo, tenendosi la testa, per lo spavento e il dolore improvviso gli erano venute le lacrime agli occhi.
A volte dimenticavo che era un umano e che gli umani restano scioccati. Lo strinsi per cercare di sedare quel pianto isterico e di farlo calmare, ignorando la mia bocca sanguinante che cercavo di ripulire passandoci la lingua.
--Cos'è successo?-- chiesi, guardando l'autista da dietro gli occhiali rosso/arancio.
--Non so, è passato un affare all'improvviso... sembrava un gatto, ma era troppo grosso... magari era un puma di montagna-- l'uomo guardò il ciglio della strada, poi ripartì.
Luke mi diede un pugno sullo sterno, non abbastanza forte da farmi male ma... perchè mi colpiva? Gli avevo salvato la vita (di nuovo aggiungerei)!
--Imbecille, mi hai fatto male!--
--Preferivi spaccarti la testa contro il parabrezza e finire a raschiare per dieci metri l'asfalto?-- sibilai.
Lui grugnì qualcosa ma poi tornò seduto a borbottare, tenendo saldamente la mia giacca con una mano. Che bambino...
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